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PROBLEMI NELL'ATTRIBUZIONE DELLA CATEGORIA DI SOTTOSUOLO

Egr. Geol. Di Francesco, innanzitutto mi permetta di complimentarmi con lei per il suo ottimo lavoro, che seguo da tempo con interesse. Sono un collega che si occupa di geotecnica e di geofisica oramai da più di 20 anni, e ho letto la sua risposta in questo forum in merito alla classificazione del terreno in esempio a pag. 7 del libro. Mi permetto stavolta di non essere d'accordo con lei quando afferma che "E' vero che la S2 racchiude, oltre ai terreni peggiori del mondo, anche tutto quanto non classificabile nelle precedenti categorie, ma è anche vero che la sua attribuzione al caso specifico condurrebbe ad un evidente sovradimensionamento stante la mancanza di forti amplificazioni. "e quando afferma che "abbiamo discusso di tale problema; e tutti gli ingegneri sono rimasti concordi nell'attribuzione arbitraria, basata sulla propria responsabilità civile e penale, della categoria B piuttosto che S2;" In merito alla prima affermazione, non è detto che non siano presenti forti amplificazioni, anzi... solo un'analisi numerica monodimensionale su accelerogrammi naturali, come d'altronde obbliga la norma NTC 2008, può dire se questo avviene, ma non si può, a mio avviso, prescindere dall'analisi in questione per conoscere il livello di amplificazione del suolo; in merito alla seconda affermazione, assumere una responsabilità civile e penale volendo forzatamente attribuire una categoria B piuttosto che S2, è un fatto che certamente viola i principi della norma, e il rischio penale e civile è alto: è come se venisse chiesto ad un ingegnere di progettare una casa con meno acciaio, lasciando a lui, schiacciato ovviamente dalle pressioni dell'imprenditore, l'onere di assumersi le relative responsabilità; ovviamente tutto a sfavore della sicurezza del fabbricato. Io credo che viceversa sia necessario, ai fini della crescita culturale ed etica della categoria, insegnare, come lei sicuramente sa fare, a dotare delle metodologie necessarie i colleghi Geologi per categorizzare in maniera corretta i terreni, anche se finiscono tutti in categoria s2 come ha detto in maniera sacrosanta l'Ing. Vitantonio Roma. Cordiali saluti Geol. Saro Di Raimondo


Egregio collega, grazie per aver stimolato la discussione su un argomento alquanto spinoso che vede alcuni punti di crisi nelle norme tecniche attuali; d'altronde, stante la complessità del mondo della geologia nessuna norma potrà mai essere esaustiva dell’argomento. Prima di entrare nel merito del problema debbo però precisarle che - stante il punto di dubbio nell’attribuzione della categoria per il caso specifico – sono stati gli ingegneri ai quali ho sottoposto l’argomento a rispondere che avrebbero scelto in piena coscienza e responsabilità civile e penale; d’altra parte il caso specifico, non essendo compreso tra quelli ipotizzati dalla norma, non potrà mai essere ricondotto ad una categoria S2 senza discussione e con immediatezza. Ora entriamo nel merito dell’argomento. Nel libro ho ipotizzato un caso limite che mettesse in crisi la norma, con presenza di terreni alluvionali - aventi spessore di 15 metri e VS = 300 m/s - sovrastanti un substrato dotato di VS = 800 metri al secondo. Non potendo ricomprenderlo in nessuna delle categorie previste dal DM 14.01.2008 ne ho calcolato la VS,30 = 436,4 e, a mio giudizio, ho deciso che l’unica scelta plausibile potesse essere la B e non la S2. Perché? Perché la categoria B prevede terreni a grana grossa molto addensati (come gli alluvionali del caso specifico) di spessore superiore ai 30 metri e con 360 < VS,30 < 800 m/s. Ora, la norma prevede spessori di terreni amplificanti maggiori del mio caso (esattamente il doppio) e una VS,30 perfettamente confrontabile: allora per quale motivo con spessori maggiori viene ammessa la categoria B e con spessori minori (chiaramente meno amplificanti) debbo spostarmi nella S2? È stato questo il punto sul quale ho cercato di accentrare l’attenzione e che mi ha condotto all’ipotesi di categoria B. Per il resto mi trova pienamente d’accordo su tutto, anche perché la norma solo nel capitolo 3 parla di categorie di sottosuolo mentre nel capitolo 7 invita ad analisi più sofisticate (1D e 2D) con l’utilizzo di accelerogrammi naturali. E qui cambia il mondo, che necessita di indagini approfondite sui terreni in campo dinamico. Grazie Romolo DF

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